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Bioplastiche: cosa sono

Trovare un concetto universale di cosa sia la bioplastica non è semplice perché ci sono varie scuole di pensiero che ne trattano in modo completamente diverso.

Secondo la definizione data dalla European Bioplastics la bioplastica è un tipo di plastica che può essere biodegradabile,   a base biologica (bio-based) o possedere entrambe le caratteristiche. Più precisamente:

  • può derivare (parzialmente o interamente) da biomassa e non essere biodegradabile (per esempio: bio-PE, bio-PP, bio-PET)
  • può derivare interamente da materie prime non rinnovabili ed essere biodegradabile (per esempio: PBAT, PCL, PBS)
  • può derivare (parzialmente o interamente) da biomassa ed essere biodegradabile (per esempio: PLA, PHA, PHB, plastiche a base di amido)

Secondo Assobioplastiche, che è l’associazione italiana di categoria più importante del settore,  le bioplastiche  sono  quei materiali e quei manufatti che derivano sia da fonti rinnovabili che di origine fossile e  che hanno la caratteristica di essere biodegradabili e compostabili. Il concetto di bioplastica si applica dunque a quei prodotti che nel fine vita garantiscono la riciclabilità organica certificata nei diversi ambienti. Assobioplastiche sostiene che l’uso di fonti rinnovabili non è sufficiente per avere l’etichetta di bioplastica, queste infatti  vengono utilizzate anche nella produzione di polimeri tradizionali, per esempio il cosiddetto polietilene verde che si comporta, in fine vita, come quello da fonte fossile e NON presenta dunque caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità. Questi prodotti possono essere qualificati come “plastiche vegetali”, per evitare confusione con le bioplastiche.

Attualmente l’unico standard a livello europeo che precisa cosa si intenda per “materia plastica biodegradabile e compostabile ” è la norma UNI EN 13432 del 2002  che  determina i criteri di compostabilità di una determinata bioplastica in un impianto di compostaggio industriale.

Noi che lavoriamo con le bioplastiche biodegradabili e compostabili siamo più vicini alla visione di Assobioplastiche e invitiamo tutti i consumatori a verificare se nei prodotti acquistati viene riportata la normativa europea, in caso contrario questo significa che il prodotto non è compostabile e a fine vita non sarà possibile conferirlo nella frazione organica.

Le bioplastiche attualmente sul mercato sono composte principalmente da farina o amido di mais, grano o altri cereali. Quelle certificate biodegradabili e compostabili costituiscono parte del compost creato dagli impianti di compostaggio industriale, concime fertilizzante che può essere impiegato in agricoltura.

I principali settori di applicazione sono quelli riconducibili in primis all’industria del packaging, poi alla raccolta differenziata della frazione organica e degli sfalci erbosi (sacchi e sacchetti per l’umido usati in migliaia di comuni italiani), all’imballaggio e al consumo di alimenti (film, posate, catering), per trasporto merci (buste per la spesa, sacchi igienici per primo imballo alimentare), all’agricoltura (film pacciamanti, vasetti).

l mercato globale delle bioplastiche è in forte espansione, secondo i dati diffusi dalla European Bioplastics, è destinato a crescere del 36% nei prossimi 5 anni, grazie a sempre nuove applicazioni  di  questi materiali.

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